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“[…] Poiché numerosi psicologi clinici e maestri spirituali hanno sostenuto che il centro della personalità umana è costituito dal dolore e che l’ego è un insieme di automatismi basati sull’inconsapevolezza, la repressione da negazione e la disconnessione, messi in atto per difenderci da questo dolore, l’essenza del cammino spirituale e psicoterapeutico consiste allora nella capacità di trasformare il nostro atteggiamento di fronte al dolore. Attraverso la pratica della meditazione di consapevolezza, impariamo a uscire da una condizione di allarme automatica e obsoleta; lentamente diventiamo capaci di osservare, accettare la realtà e rilassarci davanti alla sofferenza. La consapevolezza  è soprattutto apertura, spazio, assenza di frontiere. Essa irradia amore e si accompagna a una maggiore libertà, mentre l’inconsapevolezza sostiene la coazione a ripetere e sviluppa ignoranza, bramosia (ira, vanità) e avversione (odio). Il fondamento della psicoterapia è dunque lo stesso degli antichi percorsi spirituali: si tratta di un percorso di purificazione interiore, attraverso il quale l’essere vero di ognuno di noi si libera, lentamente, dai numerosi bastioni di difesa costruiti in risposta alla sfiducia e alla paura degli altri e del mondo. […].”

(Franco Fabbro e Cristiano Crescentini in “La meditazione tra neuroscienze e spiritualità”, in Neurosiciente e Spiritualità, a cura di Franco Fabbro Astrolabio 2013)

L’asino e il contadino

L’asino e il contadino

Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo.
Non si era fatto male, ma non poteva più uscire.
Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti d…ell’asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele.
Poiché l’asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo.
Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra.
Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide…
L’asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l’asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.

MORALE:
Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci dà una mano per aiutarci.Visualizza altro

LA BATTAGLIA

 Sintonia settimanale con la Kabbalah: LA BATTAGLIA
Tratto da: Kabbalah Centre Italy

“…Spesso, quando le persone intraprendono un percorso spirituale, desiderano che il cambiamento si manifesti istantaneamente. Se così non è, allora si frustrano e si chiedono che cosa ci sia a trattenerle. Tuttavia, il cambiamento non si verifica perché si è fatto un corso, si ha una nuova conoscenza o una nuova comprensione.

Il cambiamento è una battaglia.

Lo sviluppo di un maggiore livello di coscienza è un lavoro duro. Dobbiamo dedicare la nostra energia in ogni momento alla guerra contro il nostro vecchio modo di essere, contro quella parte di noi che non vuole cambiare – che è anche quella del lato negativo. Uso la parola “guerra” in modo intenzionale perché è veramente questo di cui si tratta. Perché avvenga una vera trasformazione, dobbiamo combattere con tutte le nostre forze e, quando veniamo messi al tappeto, dobbiamo rialzarci sapendo che siamo un po’ più vicini alla vittoria di quanto non lo fossimo prima.

Rav Brandwein ha spiegato che la differenza fra coloro che vincono una battaglia e quelli che la perdono è che i vincitori sapevano sin dall’inizio che sarebbe stata tale e che avrebbero vinto. Ai perdenti manca questa comprensione e convinzione.

La battaglia per lo stato di coscienza è molto più difficile di qualsiasi altra. E’ la guerra che ci mette alla prova per diventare persone migliori e non è una di quelle che si vince facilmente. Dobiamo sapere che c’è un processo e fidarci di esso.

Il frutto che non cogliamo oggi maturerà, ad un certo punto.Cambieremo. La nostra coscienza crescerà. Si tratta del nostro destino collettivo.

Mentre l’ego cerca sempre risultati immediati, la coscienza si sviluppa e la trasformazione si verifica quando accogliamo il processo e rimaniamo ben decisi nel combattere le nostre battaglie spirituali.

Finché continuiamo a scegliere di combattere, allora intraprendiamo un processo di cambiamento e rimaniamo connessi alla Luce.

Nome della settimana: FINIRE CIO’ CHE SI INIZIA (Da destra a sinistra: LAMED-KAF-BET)

Meditazione
Vedo la battaglia di fronte a me e so che la vincerò. Sento la frustrazione scivolare via insieme alla volontà di procrastinare.
 Vedo che mi avvicino con ogni respiro al completamento del mio obiettivo. Mi sento più forte, più connesso alla forza della mia Luce. La pigrizia e i dubbi se ne sono andati e mi sento soddisfatto e capace di creare più spazio per traguardi ancor più grandi.”

La crisi (Albert Einstein)

Non pretendiamo che le cose cambino se
continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi è la
miglior cosa che possa accadere a persone e interi
paesi perché è proprio la crisi a portare il
progresso. La creatività nasce dall’ansia, come il
giorno nasce dalla notte oscura. E‘ nella crisi che
nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere
superato. Chi attribuisce le sue sconfitte e i suoi
errori alla crisi, violenta il proprio talento e
rispetta più i problemi che le soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. Lo
sbaglio delle persone e dei paesi è la pigrizia nel
trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è
routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E‘ nella crisi che il
meglio di ognuno di noi affiora perché senza crisi qualsiasi vento è una
carezza. Parlare di crisi è creare movimento; adagiarsi su di essa vuol dire
esaltare il conformismo. Invece di questo, lavoriamo duro!
L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla
.”

Albert Einstein (1879-1955)