“Mayer* ritiene che le persone siano classificabili in diverse categorie a seconda del modo in cui
percepiscono e gestiscono le proprie emozioni:
– Gli autoconsapevoli”. Consapevoli dei propri stati d’animo nel momento stesso in cui essi si presentano, queste persone sono comprensibilmente alquanto sofisticate riguardo alla propria
vita emotiva. La loro chiara visione delle proprie emozioni può rafforzare altri aspetti della personalità: si tratta di individui autonomi e sicuri dei propri limiti, che godono di una buona
salute psicologica e tendono a vedere la vita da una prospettiva positiva. Quando sono di cattivo umore, costoro non continuano a rimuginare e a ossessionarsi, e riescono a liberarsi
dello stato d’animo negativo prima degli altri. In breve, il loro essere attenti alla propria vita interiore li aiuta a controllare le emozioni.
– “I sopraffatti”. Si tratta di persone spesso sommerse dalle proprie emozioni e incapaci di sfuggir loro, come se nella loro mente esse avessero preso il sopravvento. Essendo dei tipi
volubili e non pienamente consapevoli dei propri sentimenti, questi individui si perdono in essi invece di considerarli con un minimo di distacco. Di conseguenza, rendendosi conto di non
avere alcun controllo sulla propria vita emotiva, costoro fanno ben poco per sfuggire agli stati d’animo negativi. Spesso si sentono sopraffatti e incapaci di controllare le proprie emozioni.
– “I rassegnati”. Sebbene queste persone abbiano spesso idee chiare sui propri sentimenti, anch’esse tendono tuttavia ad accettarli senza cercare di modificarli. Sembra che in questa
categoria rientrino due tipi di soggetti: in primo luogo quelli che solitamente hanno stati d’animo positivi e perciò sono scarsamente motivati a modificarli; e in secondo luogo coloro
che, nonostante siano chiaramente consapevoli dei propri stati d’animo, e siano suscettibili a sentimenti negativi, tuttavia li accettano assumendo un atteggiamento da “laissez-faire”,
senza cercare di modificarli nonostante la sofferenza che essi comportano – una situazione che si riscontra, ad esempio, nei depressi che si sono rassegnati alla propria disperazione.“
(*Jonh D. Mayer e Alexander Stevens, “An Emerging Understanding” da Intelligenza Emotiva di Danel Goleman)
Archivio mensile:Settembre 2014
“Solitamente, dal punto di vista fisiologico, un’emozione sorge prima che l’individuo ne sia conscio…”
“[…]Solitamente, dal punto di vista fisiologico, un’emozione sorge prima che l’individuo ne sia conscio. Ad esempio, quando le persone che temono i serpenti osservano disegni che li raffigurano, sensori posti sulla loro pelle rivelano che cominciano a sudare, sebbene essi sostengano di non aver paura alcuna. In questi soggetti la sudorazione compare anche quando il disegno di un serpente viene presentato loro così rapidamente che essi non sono assolutamente consapevoli di che cosa, esattamente, abbiano appena visto – e meno che mai sono consapevoli di essere in procinto di diventare ansiosi. Questa agitazione emozionale preconscia continua ad aumentare e diventa infine abbastanza forte da irrompere nella consapevolezza. Esistono pertanto due livelli di emozione, quello conscio e quello inconscio. Il momento in cui un’emozione si fa strada nella consapevolezza segna la sua registrazione come tale da parte della corteccia frontale.
Le emozioni che covano sotto la cenere al di sotto della soglia della consapevolezza possono avere un impatto potente sul nostro modo di percepire e reagire, anche se non ce ne rendiamo conto. […]”
(Daniel Goleman – Intelligenza Emotiva)
“A tutti gli effetti abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente”
“A tutti gli effetti abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente.
Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per
costruire la nostra vita mentale. La mente razionale è la modalità di comprensione della quale
siamo solitamente coscienti: dominante nella consapevolezza e nella riflessione, capace di
ponderare e di riflettere. Ma accanto ad essa c’è un altro sistema di conoscenza – impulsiva e
potente, anche se a volte illogica, c’è la mente emozionale. La dicotomia emozionale/razionale è
simile alla popolare distinzione fra “cuore” e “mente”; quando sappiamo che qualcosa è giusto
“con il cuore” la nostra convinzione è di un ordine diverso – in qualche modo è una certezza
più profonda – di quando pensiamo la stessa cosa con la mente razionale. Il rapporto fra
razionale ed emozionale nel controllo della mente varia lungo un gradiente continuo; quanto
più intenso è il sentimento, tanto più dominante è la mente emozionale – e più inefficace
quella razionale. Questa situazione sembra derivare dal vantaggio evolutivo, affermatosi nel
corso di tempi lunghissimi, rappresentato dall’essere guidati dalle emozioni e dalle intuizioni
quando sia necessaria una reazione immediata in un contesto di pericolo – circostanze nelle
quali indugiare a pensare sul da farsi potrebbe costarci la vita.
Nella maggior parte dei casi, queste due menti, l’emozionale e la razionale, operano in grande
armonia e le loro modalità di conoscenza, così diverse, si integrano reciprocamente per
guidarci nella realtà. Di solito c’è un equilibrio fra mente razionale ed emozionale; l’emozione
alimenta e informa le operazioni della mente razionale, mentre questa rifinisce e a volte
oppone il veto agli input delle emozioni. Tuttavia, la mente emozionale e quella razionale sono
facoltà semiindipendenti: ciascuna di esse, come vedremo, riflette il funzionamento di circuiti
cerebrali distinti sebbene interconnessi.
Spesso – forse quasi sempre – queste due menti sono perfettamente coordinate; i sentimenti
sono essenziali per il pensiero razionale, proprio come questo lo è per i sentimenti. Ma quando
le passioni aumentano d’intensità, l’equilibrio si capovolge: la mente emozionale prende il
sopravvento, travolgendo quella razionale.“
(Daniel Goleman – Intelligenza emotiva)
“Tutte le emozioni sono, essenzialmente, impulsi ad agire….”
“Tutte le emozioni sono, essenzialmente, impulsi ad agire; in altre parole, piani d’azione dei
quali ci ha dotato l’evoluzione per gestire in tempo reale le emergenze della vita. La radice
stessa della parola emozione è il verbo latino MOVEO, “muovere”, con l’aggiunta del prefisso
“e-” (“movimento da”), per indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire. Il
fatto che le emozioni spingano all’azione è ovvio soprattutto se si osservano gli animali o i
bambini; è solo negli adulti “civili” che troviamo tanto spesso quella che nel regno animale si
può considerare una grande anomalia, ossia la separazione delle emozioni – che in origine
sono impulsi ad agire – dall’ovvia reazione corrispondente.”
(Daniel Goleman – Intelligenza emotiva)
“Essere un maestro”
“Poiché essere un maestro non significa dire: <<è così>>, non significa neanche impartire lezioni, e simili; no: essere un maestro significa, in verità, essere discepolo. L’insegnamento comincia quando tu, maestro, impari dal discepolo, quando tu ti trasferisci in ciò che ha compreso, e nel modo in cui ha compreso.“
10 settembre – Meditazione Mindfulness – Ingresso libero
Meditazione Mindfulness
10 settembre 2014
Orario: dalle 20.30 alle 21.30 circa
Pratica meditativa basata sul respiro consapevole per un’esperienza unitaria di sé. Una delle più efficaci tecniche di benessere psicosomatico.
Presa di contatto e di consapevolezza con il proprio corpo, nelle sue parti e nella sua interezza, con i suoni e ed i pensieri.
Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe.
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
Per informazioni e prenotazione: 3339728888 roberto.diferdinando@tin.it
Serata presentazione Laboratorio La Pratica della Presenza – GIOVEDì 25 SETTEMBRE 2014
Serata di presentazione esperenziale del
LABORATORIO La PRATICA DELLA PRESENZA
dalle 20 alle 22
INGRESSO LIBERO
è NECESSARIA LA PRENOTAZIONE – POSTI LIMITATI
Se trovate difficile entrare direttamente nell’Adesso, cominciate con l’osservare la tendenza abituale della vostra mente a voler fuggire dall’Adesso. […]
Nel momento in cui ci si rende conto di non essere presenti, si è presenti. […] Eckart Tolle
La PRATICA della PRESENZA – Laboratorio permanente –
Se entriamo pienamente nell’esperienza con tutti i sensi
“Qualsiasi via è solo una via…”
“Qualsiasi via è solo una via,
E non c’è nessun affronto,
A se stessi o agli altri,
Nell’abbandonarla,
Se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare…
Esamina ogni via con accuratezza e ponderazione.
Provala tutte le volte che lo ritieni necessario.
Quindi poni a te stesso, A te soltanto, una domanda…
Questa via ha un cuore?
Se lo ha, la via è buona.
Se non lo ha, non serve a niente.“
(Carlos Castaneda, Gli Insegnamenti di don Juan)
La concezione del movimento tra Oriente e Occidente ( a cura di Antonio Peis)