Archivio mensile:Settembre 2014

Mercoledì 24 settembre – Atisha – Meditazione del Cuore – Ingresso libero

Mercoledì 24 settembre – Meditazione – Meditazione del Cuore Atisha – Ingresso libero
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 – Firenze
Ore 20,30

Atisha – Meditazione sul Cuore e sul suo potere di guarigione

Atisha fu un grande maestro di saggezza che creò una profonda tradizione di amorevolezza per tutti gli esseri senzienti ossia per ogni creatura vivente. Atisha scoprì che il cuore è la vera pietra filosofale capace di trasformare il dolore pesante e scuro in energia amorevole, luminosa e solare come l’oro. 

Meditazione introdotta e condotta da Roberto Di Ferdinando

orario: dalle 20,30 alle 21,45 circa

Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.

Per info e prenotazioni: roberto.diferdinando@tin.it – cell.:3339728888

“L’autoconsapevolezza delle proprie emozioni”

Le emozioni che covano sotto la cenere al di sotto della soglia della consapevolezza possono avere un impatto potente sul nostro modo di percepire e reagire, anche se non ce ne rendiamo conto. Prendiamo, ad esempio, qualcuno che sia stato infastidito all’incontro con un tipo villano al principio della giornata e che resti irritabile per ore, offendendosi a sproposito e rimbeccando aspramente gli altri senza motivo. Può darsi benissimo che costui non si renda conto della propria irritabilità e che si sorprenda quando qualcuno gliela fa notare, sebbene sia proprio quell’irritabilità, appena al di là della consapevolezza, ad imporgli le sue brusche risposte. Ma una volta che l’azione viene portata nella consapevolezza – una volta che essa sia stata registrata dalla corteccia – quest’uomo potrà rivalutare la situazione e decidere di scrollarsi di dosso i sentimenti lasciatigli dall’incontro sgradevole del mattino, cambiando prospettiva e stato d’animo. In questo modo, l’autoconsapevolezza delle proprie emozioni è l’elemento costruttivo essenziale di un altro importantissimo aspetto dell’intelligenza emotiva, ossia la capacità di liberarsi di uno stato d’animo negativo.
(Daniel Goleman – Intelligenza emotiva)

Conosci te stesso

In un’antica leggenda giapponese si narra di un samurai bellicoso che un giorno sfidò un maestro Zen chiedendogli di spiegare i concetti di paradiso e inferno. Il monaco, però, replicò con disprezzo: “Non sei che un rozzo villano; non posso perdere il mio tempo con gente come te!”. Sentendosi attaccato nel suo stesso onore, il samurai si infuriò e sguainata la spada gridò: “Potrei ucciderti per la tua impertinenza”. “Ecco” replicò con calma il monaco “questo è l’inferno.” Riconoscendo che il maestro diceva la verità sulla collera che lo aveva invaso, il samurai, colpito, si calmò, ringuainò la spada e si inchinò, ringraziando il monaco per la lezione. “Ecco” disse allora il maestro Zen “questo è il paradiso.”
L’improvviso risveglio del samurai e il suo aprire gli occhi sul proprio stato di agitazione ci mostra quanto sia fondamentale la differenza fra l’essere schiavi di un’emozione e il divenire consapevoli del fatto che essa ci sta travolgendo. Il consiglio di Socrate, “conosci te stesso”, fa proprio riferimento a questa chiave di volta dell’intelligenza emotiva: la consapevolezza dei propri sentimenti nel momento stesso in cui essi si presentano.
Di primo acchito potrebbe sembrare che i nostri sentimenti siano ovvi; ma se riflettiamo più attentamente ci ricordiamo di tutte quelle volte che li abbiamo troppo trascurati o che siamo diventati consapevoli di essi troppo tardi. […] Io preferisco parlare di “autoconsapevolezza”, per indicare la continua attenzione ai propri stati interiori. In questa consapevolezza introspettiva la mente osserva e studia l’esperienza, ivi comprese le emozioni. […] Questa attenzione considera con imparzialità tutto ciò che passa attraverso la consapevolezza, proprio come farebbe un testimone interessato agli eventi e tuttavia non reattivo.
(Daniel Goleman – Intelligenza Emotiva)

“Essere consapevoli di sé, in breve, significa…”

Essere consapevoli di sé, in breve, significa essere “consapevoli sia del nostro stato d’animo che nei nostri pensieri su di esso”, per usare le parole di John Mayer, uno psicologo della New Hampshire University che, con Peter Salovey di Yale, è uno dei padri della teoria dell’intelligenza emotiva. L’autoconsapevolezza può essere una forma di attenzione, non reattiva e non critica, verso i propri stati interiori. Mayer tuttavia osserva che questa sensibilità può anche essere meno equilibrata; ecco alcuni pensieri tipici che rivelano
l’autoconsapevolezza emozionale: “Non dovrei provare questo sentimento”, “Sto pensando a delle cose buone per tirarmi su” e, nel caso di un’autoconsapevolezza più limitata “Non pensarci”, una reazione di fuga in risposta a qualcosa che ci turba profondamente.
Sebbene esista una distinzione logica fra l’essere consapevoli dei propri sentimenti e l’agire per modificarli, Mayer ritiene che a tutti i fini pratici le due cose procedano in stretta cooperazione: riconoscere uno stato d’animo profondamente negativo significa volersene liberare. Tuttavia, il riconoscimento delle emozioni è una cosa, e altra cosa distinta sono gli sforzi che facciamo per non agire sotto il loro impulso. Quando diciamo “Smettila!” a un bambino che, infuriato, sta colpendo un compagno di giochi, probabilmente riusciremo a fermare lo scontro fisico, ma la collera continuerà a covare sotto la cenere. I pensieri del bambino sono ancora fissi sull’evento che aveva scatenato la sua collera – “Ha preso il mio giocattolo!” – collera che peraltro non si è mai placata. L’autoconsapevolezza ha un effetto più potente sui sentimenti negativi molto intensi: quando diciamo a noi stessi “Ecco, quella che
sto provando è collera” questa consapevolezza ci offre un maggior grado di libertà – in altre parole, ci dà la possibilità di decidere non solo di non agire spinti dall’impulso della collera, ma anche di cercare in qualche modo di sfogarla.
(Daniel Goleman – Intelligenza Emotiva)

Mercoledì 17 settembre – Meditazione di consapevolezza, radicamento e sostegno – Ingresso libero

Mercoledì 17 settembre – Meditazione di consapevolezza, radicamento e sostegno – Ingresso libero
presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana, via Marsala 11 – Firenze Ore 20,30

Pratica di consapevolezza, radicamento e sostegno: tramite una semplice visualizzazione entreremo in contatto con il “qui ed ora”, radicandoci, e così sperimentare e richiamare la nostra stabilità
Meditazione introdotta e condotta da Roberto Di Ferdinando

orario: dalle 20,30 alle 21,45 circa

Si consiglia un abbigliamento comodo e nella sala di meditazione si accede senza scarpe

Info e prenotazione: roberto.diferdinando@tin.it – 3339728888

Incontri con Shunryu Suzuki Roschi

“<<Quando mi hai consigliato di rimanere qui per un anno, hai detto che avrei trovato una grande gioia>>, disse uno studente mentre prendeva il te con Suzuki-roshi nella sua casetta a Tassaraja. <<Per trovare quella grande gioia, prima devo abbandonare il desiderio di vivere. E’ così Roshi?>> <<Sì>>, rispose, <<ma senza desiderio di morire>>.”
(Lo zen è qui – Incontri con Shunryu Suzuki Roschi)

Verso la consapevolezza dell’Unità…..

Oggi , mentre preparavo del materiale per le serate del Laboratorio La Pratica della Presenza, ho trovato questo scritto di Tagore , e desidero condividerlo, perchè esprime in pochi versi esattamente il fine della Pratica, ovvero tornare alla consapevolezza dell’unità che siamo…..attraverso la disponibilità ad andare oltre alla suddivisione della realtà in “buona e cattiva, accettabile e rifiutabile”…

C’è nel mondo fisico una costante continuità di relazione tra il caldo e il freddo, tra la luce e l’oscurità, tra il moto e la quiete, come tra le note basse e alte di un piano. Ecco perchè queste forze opposte non producono confusione, ma armonia nell’universo”

Rabindranath Tagore