Perché mi sforzo?

“[…] Se ho fiducia nell’esistenza, se ho fiducia in me, non devo trovare soluzioni, infatti, ciò che mi serve, è già in me, è una mia risorsa interna. Invece, il voler trovare le soluzioni e ricercare qualcosa che penso che mi manchi è un tentativo egoico ed illusorio. Egoico in quanto agito dalla mia volontà di personalità: mantenere l’immagine che ho di me e che voglio dare di me, immagine che è diversa dal come, essenzialmente, sono. Illusorio in quanto credo di poter aggiustare le cose, di poter controllare il fluire della realtà (l’illusione di controllare). Illusorio anche perché convinto che io sia mancante di un qualcosa e quindi debba ricercare fuori di me ciò che penso (erroneamente) che mi manchi. Questa affannosa ricerca (illusoria) fuori di me di un qualcosa che, invece, è solo e già in me e la ricerca continua di una soluzione, si manifestano in un agire nel quotidiano con sforzo, e con la separazione da me e dagli altri. Se vivo nello sforzo e se sento separazione significa che è attivo il mio giudice interiore (condizionamenti, convinzioni, limitazioni, tabù, ecc…): “devo fare qualcosa, devo trovare una soluzione valida per ogni situazione, devo essere diverso, così tutto andrà bene, così andrò bene”. Quindi, la domanda da farci è: perché mi sforzo? […]”
(Laboratorio di Pratica della Presenza)

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