Proteste, critiche personali e ostruzionismo in una relazione di coppia

[…] Le differenze fra una protesta e una critica personale sono semplici. In una protesta, la moglie indica specificamente che cosa l’ha infastidita e critica l’azione del marito, spiegando come essa l’abbia fatta sentire, senza scagliarsi direttamente contro di lui: “Il fatto che hai dimenticato di prendere i miei vestiti in tintoria mi ha dato la sensazione di essere trascurata”.
Questa è un’espressione di elementare intelligenza emotiva: sicura, senza aggredire né mostrare passività. Ma in una critica personale, la donna avrebbe usato la rimostranza specifica per lanciare al marito un attacco globale: “Sei così egoista e privo di attenzioni.
Questo non fa che dimostrare che faccio bene a pensare che tu non ne possa mai combinare una giusta”. Questo tipo di critica provoca in chi la riceve sentimenti di vergogna e di colpa, oltre alla sensazione di non essere amato – tutte percezioni che scateneranno con maggiori probabilità una reazione difensiva, e non un reale tentativo di migliorare le cose.
Questo è più che mai vero quando alle critiche va ad aggiungersi il disprezzo, un’emozione particolarmente distruttiva. Il disprezzo compare facilmente associato alla collera; di solito esso viene espresso non solo attraverso le parole usate, ma anche dal tono di voce e da un’espressione di collera. La sua forma più ovvia, naturalmente, è lo scherno o l’insulto – “scemo”, “puttana”, “smidollato”. Ma il linguaggio corporeo che trasmette il disprezzo non ferisce certo di meno: si pensi soprattutto al sogghigno, o al labbro sollevato, che sono i segni facciali universali per esprimere il disgusto, oppure al gesto di alzare gli occhi al cielo, come per dire “Oh, Dio!”.
L’espressione facciale caratteristica del disprezzo è una contrazione del muscolo che tende gli angoli della bocca verso i lati (di solito verso sinistra), mentre gli occhi ruotano verso l’alto.
Quando uno dei due partner assume rapidamente questa espressione, l’altro, in un tacito scambio emozionale, va incontro a un aumento della frequenza cardiaca di due-tre battiti per minuto. Questa conversazione non verbale ha il suo prezzo; Gottman scoprì che se in una coppia il marito mostra regolarmente disprezzo, la moglie andrà più soggetta a tutta una serie di problemi di salute che vanno dai frequenti raffreddori e agli attacchi di influenza, alle infezioni vescicali, alla candidiasi, e ai sintomi di interesse gastroenterico. E se nel corso di una
conversazione di quindici minuti il volto di una moglie assume quattro o cinque volte un’espressione di disgusto – un parente prossimo del disprezzo – questo è un tacito segnale del fatto che probabilmente quella coppia si separerà nel giro di quattro anni.
Naturalmente, l’esibizione occasionale di disprezzo o disgusto non compromette un matrimonio. Piuttosto, queste scariche emozionali hanno un ruolo simile, come fattori di rischio, a quello del fumo e del colesterolo alto per le cardiopatie – quanto più sono intense e prolungate, tanto maggiore è il pericolo. Sulla via che porta al divorzio, la presenza di uno di questi fattori lascia prevedere la comparsa del secondo, in un’escalation di infelicità. Un abituale atteggiamento critico, e il disprezzo o il disgusto, sono segni di pericolo perché indicano che il coniuge ha silenziosamente formulato un giudizio molto negativo sul proprio partner, che nei suoi pensieri è fatto oggetto di costante condanna. Questi pensieri negativi e ostili portano naturalmente ad attacchi che mettono chi li subisce sulla difensiva – o lo preparano a passare al contrattacco.
Nella reazione di combattimento o fuga, ciascuna delle due opzioni rappresenta un modo in cui un coniuge può rispondere all’attacco dell’altro. La soluzione più ovvia è quella di rispondere contrattaccando, con un’esplosione di collera. Questa via solitamente porta a uno scontro verbale violento e privo di frutti. Ma la risposta alternativa, la fuga, può essere ancora più pericolosa, soprattutto quando consiste nel ritirarsi in un silenzio ostile.
L’ostruzionismo è l’ultima difesa. L’ostruzionista è inespressivo, e si ritira dalla conversazione rispondendo on impassibilità e silenzio. In tal modo, invia un messaggio potente e snervante, qualcosa di simile a una combinazione di distacco glaciale, superiorità e disgusto. L’ostruzionismo compare soprattutto nei matrimoni che vanno verso la crisi. […]
(Daniel Goleman – Intelligenza emotiva)

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