Archivio mensile:Luglio 2014

“Si ha paura di migliaia di cose…”

Si ha paura di migliaia di cose, del dolore, dei giudizi, del proprio cuore; si ha paura del sonno, del risveglio, paura della solitudine, del freddo, della follia, della morte. Specialmente di quest’ultima, della morte. Ma sono tutte maschere, travestimenti.
In realtà c’è una sola paura: quella di lasciarsi cadere, di fare quel passo verso l’ignoto lontano da ogni certezza possibile… c’è una sola arte, una sola dottrina, un solo mistero: lasciarsi cadere, non opporsi recalcitrando alla volontà dell’Esistenza, non aggrapparsi a niente, né al bene né al male. Allora si è redenti, liberi dalla sofferenza, liberi dalla paura.

(Hermann Hesse)

“Lo spirito di ricerca….”

Lo spirito di ricerca, o curiosità, implica la gentilezza, la precisione e l’apertura; in pratica, l’essere in grado di lasciare andare e aprirsi. La gentilezza è un sentimento di benevolenza verso se stessi. La precisione è il riuscire a vedere molto chiaramente, il non aver paura di vedere cosa c’è realmente. L’apertura è l’essere in grado di lasciare andare ed aprirsi.
(Pena Chodron)

Un nuovo corso in arrivo a settembre….

Da fine settembre un nuovo corso presso il Centro di Psicoterapia e Crescita Umana ….intanto qualche spunto…parafrasando Alamaas…

Molti di noi sentono il bisogno di essere veri, è un richiamo, vogliamo essere ciò che è reale in noi, e questo si può imparare. 
Di fatto ogni viaggio interiore si riduce a questo, all’essere veri, alla possibilità di essere se stessi, come quando siamo da soli e calmi. E questo essere veri ha a che fare con l’amore per la verità.
Non amiamo il vero per quello che ci da, ma perché riconosciamo che quando siamo veri siamo a casa, indipendendentemente  dall’esperienza in corso
A volte essere veri comporta accettare il dolore o una verità che fa male, eppure quando siamo veri qualcosa si allinea ad un terreno di interiore autenticità.
Praticare presenza è imparare a riconoscere l’attività e l’agitazione interiore, il rumore che facciamo e  non assecondarlo.

Primo passo riconoscere in noi l’apprezzamento e l’amore per il vero che ci attirano verso la realtà.

“La pratica della meditazione”

La pratica della meditazione non consiste nel cercare di gettare via se stessi per sostituirsi con qualcosa di meglio. Vuol dire invece fare amicizia con la persona che già si è. L’oggetto della pratica siete voi, sono io, chiunque siamo qui e ora, ed esattamente come siamo. È questo il nostro campo di indagine, che studiamo e ci prepariamo a conoscere con profonda curiosità e interesse.
(Pena Chodron)