“La nostra paura….”

La nostra paura, generata dal fatto di non poter avere controllo sulla sofferenza, ci conduce all’illusione di poterla gestire e superare. Non è strano, in effetti, che non si parli mai di gestire la nostra gioia o di superare la nostra felicità? […]
Essere disposti ad affrontare il nostro dolore e a investigarlo dà origine alla compassione e alla gentilezza. Un’attenzione amorevole scioglie le solide difese che abbiamo costruito e ci rende capaci di cominciare a invitare il dolore dentro il nostro cuore. I pensieri, le sensazioni fisiche, il tumulto interiore, tutto ciò che abbiamo respinto per tanto tempo e al quale abbiamo dato solo un piccolissimo spazio, inizia ad essere abbracciato dalla consapevolezza. Quando il dolore viene visto come un alleato, allora esso ha la capacità di mostrarci quanto ci sentiamo separati e quanto abbiamo permesso alle nostre vite di spezzarsi. Incontrare queste esperienze con tenerezza e compassione consente di scoprire che il dolore è il nostro terreno comune; è come un tessuto connettivo che ci unisce agli altri nel dispiacere e nella gioia. Aprendomi compassionevolmente al mio dolore, mi apro a tutto me stesso, mi apro alla vita.
(Frank Ostaseski)

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