L’amore è sconsiderato (di Jalāl al-Dīn Rūmī)

L’amore è sconsiderato, non così la ragione.
La ragione cerca il proprio vantaggio.
L’amore è impetuoso, brucia sé stesso, indomito.
Pure in mezzo al dolore,
l’amore avanza come una macina;
dura la sua superficie, procede diritto.
Morto all’egoismo,
rischia tutto senza chiedere niente.
Può giocarsi e perdere ogni dono elargito da Dio.
Senza motivo, Dio ci diede l’essere,
senza motivo rendiglielo.
Mettere in gioco se stessi e perdersi
è al di là di qualcunque religione.
La religione cerca grazie e favori,
ma coloro che li rischiano e li perdono
sono i favoriti di Dio:
non mettono Dio alla prova
né bussano alla porta di guadagno e perdita.

« O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso. »
(Mawlānā Jalāl al-Dīn Rūmī)

Jalāl al-Dīn Rūmī, (in persiano: جلال‌الدین محمد بلخى‎ [dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde bælxiː]), anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī (in persiano: جلال‌الدین محمد رومی‎ [dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde ɾuːmiː]) ed è più conosciuto come Mevlānā in Turchia e come Mawlānā (in persiano: مولانا‎ [moulɒːnɒː]) nell’Iran ed Afghanistan (Balkh, 30 settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273), fu un poeta e mistico persiano.
Fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. In seguito alla sua dipartita i suoi seguaci si organizzarono nell’ordine Mevlevi, con i cui riti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali.

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