Archivi categoria: Psicosintesi

La personalità autentica

“[…] Molti studi sulle dinamiche familiari hanno rilevato come certi comportamenti inadeguati o patologici nell’espressione dei propri ruoli genitoriali da parte di adulti, possano avere origine dai comportamenti acquisiti nella relazione e nel contatto con i loro genitori. Molti atteggiamenti che noi adulti attiviamo nei riguardi dei figli de degli altri in genere, sono, almeno in parte, il prodotto dei complessi processi di identificazione e di introiezione che, nel corso dei primi anni della nostra vita, abbiamo vissuto a contatto con i genitori. Osservando ed imitando il loro comportamento, attraverso l’identificazione, introiettiamo infatti i modelli comportamentali che ci trasmettono. E di frequente i genitori delle persone che non ottengono cure adeguate per il loro sviluppo psicofisico, a loro volta sono stati vittime di trascuratezza e di cure inadeguate o modalità patologiche da parte dei loro caregiver (colui che se ne prende cura). Queste modalità relazionali vengono pertanto riattivate nei rapporti con i loro figli, in una sorta di trasmissione intergenerazionale e inconscia.
Solo la consapevolezza profonda di quanto vissuto nei nostri primi anni di vita e dei nostri modi di essere educatori e di relazionarci con le altre persone, consapevolezza che di solito avviene nel corso di una psicoterapia, può interrompere queste modalità disfunzionali.
E’ dunque il dar luce alle nostre ferite che ci permette di sviluppare quella personalità autentica, lo scopo finale del nostro percorso di psicosintesi.
[…]”
(Virgilio Niccolai – Rivista di Psicosintesi Terapeutica – Marzo-settembre 2010)

La psicosintesi

“[…] data la varietà e complessità delle sindromi psicosomatiche e neuro-psichiche, e date le grandi diversità tipologiche e caratterologiche esistenti fra i malati, si va dimostrando sempre più opportuno, anzi necessario, l’uso di una psicoterapia integrale.
Essa dovrebbe usare, senza esclusioni, i vari metodi a seconda delle loro rispettive indicazioni; anzi – ancor meglio – valersi di tutte le tecniche esistenti, mirando ad una completa ricostruzione o ri-abilitazione, al più ampio sviluppo della personalità del malato. Questo è lo scopo che mi sono proposto con la concezione e la pratica della psicosintesi
”.
(Roberto Assagioli)

Il dolore

Si può dire che non di rado il dolore dà la prima spinta all’opera di psicosintesi. Il dolore, soprattutto il dolore morale, ci richiama, spesso rudemente, dalla dispersione e dall’attivismo della vita ordinaria, a una considerazione di noi stessi, della nostra vita interna; esso ci pone problemi, ci dà assilli che ci obbligano a riflettere, a conoscerci; mette a nudo contrasti di forze, conflitti interni, e così ci fa riconoscere la necessità di comporli, di risolverli; ci obbliga insomma ad intraprendere la psicosintesi.
(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed. Astrolabio)

Eros e Logos

Eros, che in greco vuol dire amore nel suo senso più vasto, indica l’impulso vitale, primordiale, la tendenza che dà origine agli istinti fondamentali di conservazione, di aggressione, di riproduzione, che si differenzia poi nei vari impulsi, desideri umani, che si affina nei sentimenti più delicati, che si sublima nelle aspirazioni più alte; l’Eros è vita palpitante, fiamma travolgente, forza propulsiva, calore, fuoco.

Il Logo invece è il principio direttivo, ordinatore, regolatore della vita. Esso tende a raccogliere e ad incanalare il tumultuoso torrente, la fiumana torbida dell’Eros entro rive diritte e salde, avviandolo verso una meta prevista. Il Logos tende sempre a modellare la diffluente plastica sostanza vitale e psichica in forme ben definite. Il Logos è legge, disciplina; è ordine, armonia, bellezza; è ritmo e misura; è intelligenza e ragione; comprensione e Luce.
Eros e Logos non si trovano mai allo stato puro e assolutamente divisi: senza la presenza di entrambi non vi è vita. Eros non sarebbe che forza cieca del tutto incomposta che non si trova neppure nella materia inorganica. […] uno dei nostri compiti fondamentali è quello di combinare in giuste proporzioni, di fare una sintesi feconda di Eros e Logos.
(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed. AStrolabio)

Il distacco è un posizione intima

“Esiste un altro modo di dominare la pienezza dal di dentro, anziché dal di fuori, trasformandola, anziché mutilandola, ed è il distacco. Il distacco è una posizione intima, per cui lo spirito non si immedesima più ciecamente coi vari momenti e movimenti della psiche, ma, pur vivendo appieno il suo flusso, ne sta di fuori.”

(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed Astrolabio)

Il Saggio

Il male consiste quindi non nelle cose o nelle forze che sono in noi, ma nel disordine, nell’anarchia, nella mancanza di disciplina, di armonia, di sintesi. Si tratta perciò di riconoscere il vero posto, la giusta funzione di ogni parte vivente di noi stessi, e questo si può riassumere con una sola, grande parola: saggezza.
Il saggio è l’uomo completo che tutto comprende, che tutto possiede: la vera forza, la vera efficienza, non clamorosa, ma salda, che opera sottilmente, calmamente, ma in modo profondo, sicuro, duraturo.
Come si acquista tale saggezza? Con la visione spirituale della vita, data dalla scoperta del proprio Centro superiore, dall’osservazione attenta e disinteressata di tuta la vita in noi, negli altri, nel Cosmo, dall’esperienza della vita
”.

(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed. Astrolabio)

Rafforzare il Centro Cosciente

Per poter allargare il campo della coscienza, estenderne la periferia, assimilare e dominare altri ‘contenuti’, occorre che il potere centrale sia ben saldo e forte. Se il nostro io non ha ancora il potere di dominare la parte cosciente della personalità, è tanto meno capace di dominare l’inconscio. Occorre quindi fare di pari passo l’esplorazione del subcosciente e rafforzare il Centro cosciente.
Il primo metodo per farlo, base necessaria per l’uso di tutti gli altri, è quello del distacco, della obbiettivazione, della non-identificazione.
Occorre intendere bene il senso del distacco: non è né repressione né condanna, né passività, né rinuncia, né insensibilità. E’ uno stato di piena vigilanza, consapevolezza, superiorità che – si noti – ha il doppio vantaggio di dare il dominio tanto del mondo interno quanto di quello esterno. Ma la distinzione fra mondo esterno e mondo interno è relativa: il mondo esterno non può ‘toccarci’ se non diviene interno, cioè un fatto o uno stato di coscienza. La lotta è dentro di noi: qui è il campo di battaglia, anche quando la lotta viene proiettata all’esterno.

(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed. Astrolabio)

L’esplorazione dell’inconscio

Chi si accinge all’opera di esplorazione dell’inconscio è spesso arrestato fin dall’inizio da una strana resistenza e renitenza che si può manifestare variamente alla coscienza con un vago senso di disagio, di turbamento, oppure con un senso più definito di paura, di smarrimento, talora perfino d’angoscia. E’ un’impressione simile a quella di un bambino che si trovi al buio in una stanza a lui ignota e piena di oggetti sconosciuti, oppure in una foresta piena di ombre, rumori. Invero l’uomo moderno così forte, ardito, sicuro di sé nel mondo esterno, è in generale come un bambino ignaro e spaurito quando sia obbligato a volgersi dentro di sé ad affrontare l’abisso oscuro e tumultuoso del mondo interno […].”

(Roberto Assagioli – Psicosintesi – Ed. Astrolabio)

Indagine dell’inconscio

Non si deve credere che il campo dell’indagine dell’inconscio sia un campo esclusivamente riservato agli specialisti. Tutti dovrebbero cominciare a studiarlo e in questo studio dobbiamo volgerci tanto verso l’alto che verso il basso del nostro essere e sempre con sereno atteggiamento di osservatori.
In tutti noi esistono elementi inferiori, istintivi, che dobbiamo conoscere e disciplinare senza lasciarcene turbare e sgomentare. […].
Ma non basta scoprire la parte inferiore di noi stessi; dobbiamo anche volgerci in alto. Esiste in ognuno di noi una quantità di elementi superiori (supercoscienti) non espressi, che sono pronti a manifestarsi, a fiorire in gioia ed in bellezza.
Questo è il lato di luce contrapposto all’ombra dell’inconscio inferiore“.

(Roberto Assagioli – Psicoterapia – Ed. Astrolabio)