Archivi categoria: Fenomenologia

Settembre – Dicembre 2015: Le attività Centro Studi di Psicoterapia e Crescita Umana

Ripartono a settembre le attività del Centro Studi di Psicoterapia e Crescita Umana, con gli appuntamenti tradizionali e alcune novità.

Da mercoledì 2 settembre riprende l’appuntamento con la Meditazione dalle 20.30 alle 21.45, condotta dal dott. Roberto Di Ferdinando.

Da giovedì 10 settembre riparte anche il Laboratorio di Pratica della Presenza dalle 20 alle 22.30, con cadenza quindicinale, un appuntamento per tutti coloro che desiderano ritrovarsi, e ritrovare la spontaneità dell’essere chi siamo, condotto dalla dott.ssa Massimiliana Molinari.

Ripartono i corsi di Taijquan il lunedì 9-10 e 17-18 il giovedì dalle 9-10 e 10-11 condotti da Antonio Peis.

Novità: il mercoledì dalle 10,30 alle 11.30 ci sarà un corso di Self-shiatsu&Pilates condotto da Mariantonietta Scerbo.

Novità : I Sabati del Centro-Conferenze Esperienziali e Aperitivo,dalle 16 alle 18 .

Sabato 12 settembre : La Pratica della Presenza. Dott.ssa Massimiliana Molinari

Sabato 26 settembre: La Colonna Vertebrale ci Protegge. Mariantonietta Scerbo

Sabato 10 ottobre: Tempo vissuto, benessere e soffrenze:quali legami? . Dott. Gabriele Nardi

Sabato 7 novembre : Lavorare con il nostro bambino interiore per comprendere meglio i nostri.figli. Dott.ssa Carla Casini

Sabato 12 dicembre: Pratiche di Ben-Essere. Dott.Roberto Di Ferdinando

A ottobre domenica 11 dalle 10 alle 18 ci sarà il Corso di Massaggio con le Campane Tibetane e uso della Voce, sabato24 e domenica25 dalle 10 alle 18 il seminario Decondizionare e Trasformare le Credenze Limitanti , dott.ssa Massimiliana Molinari.

A novembre sabato 7 e domenica 8 dalle 10 alle 18 il seminario di Reiki Secondo Livello, e il 21 novembre dalle 10 alle 18 Laboratorio: Lavorare con il nostro bambino interiore per comprendere meglio i nostri figli, dott.ssa Carla Casini.

A dicembre sabato 5 e domenica 6 dalle 10 alle 18 il seminario di Reiki Primo Livello , domenica 13 dalle 10 alle 18 Costellazioni a tema:Le relazioni affettive, dott.ssa Massimiliana Molinari.

La psicopatologia fenomenologica:attualità e prospettive

LA PSICOPATOLOGIA FENOMENOLOGICA: ATTUALITA’ E PROSPETTIVE

XIII Corso residenziale di Psicopatologia Fenomenologica
     La Società Italiana per la Psicopatologia Fenomenologica, con il suo Presidente prof. Arnaldo Ballerini, è orgogliosa di presentare la tredicesima edizione del Corso Residenziale di Psicopatologia Fenomenologica di Figline Valdarno. Negli incontri di quest’anno si passerà da una analisi dell’attualità dell’opera jaspersiana alla discussione delle condizioni dell’incontro con il paziente, nei Servizi e nel faccia a faccia della pratica fenomenologica che si fa esercizio di cura con l’altro. L’esame psichico, il lavoro d’équipe nei Servizi, la vulnerabilità alla psicosi, l’intersoggettività, il primo incontro e la gruppoanalisi fenomenologica sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati nei seminari del Corso che si terrà tra aprile e novembre 2013 e per il quale sono previsti i crediti ECM per medici psichiatri e psicologi.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
Nel 2013 ricorre il centenario della “Psicopatologia generale” di Karl Jaspers, opera monumentale e, in molti suoi aspetti, ancora attuale, che ha inaugurato la contaminazione tra la fenomenologia di Husserl e la psichiatria clinica.La XIII edizione dei Seminari Residenziali di Figline Valdarno, pertanto, è dedicata alla valutazione dello sviluppo storico del metodo jaspersiano in psicopatologia, alla puntualizzazione delle evoluzioni post-jaspersiane della psicopatologia fenomenologica, alle sue applicazioni nella clinica attuale e alle sue prospettive future.Fin dal primo colloquio con il paziente, infatti, l’atteggiamento e lo stile dello psicopatologo si differenziano da quelli del nosografo, non solo per il tentativo di allargare gli orizzonti comprensivi e di senso, ma anche per la sua capacità di stabilire un contatto e un nesso con – e tra – le esperienze interne, su cui fondare la relazione intersoggettiva.Al di là degli aspetti nosografici, categoriali o dimensionali, da una parte, e al di là degli aspetti eziopatogenetici, dall’altra, è proprio nella sfera del “tra” che si struttura l’incontro tra il clinico e il paziente e che si giocano sia le vicende della malattia che quelle della cura. La riconsiderazione dei dispositivi di vulnerabilità e delle esperienze prepsicotiche, dell’attribuzione di significato abnorme, anche in base all’impregnazione affettiva del mondo, e non solo in base a fattori cognitivi o neurobiologici, influenza, oltre alla posizione del clinico di fronte al paziente, la posizione del paziente rispetto al proprio disturbo.Da qui, anche in integrazione con elementi derivati dalla clinica psicoanalitica, il tentativo di reimpostare l’approccio nei Servizi su basi più cliniche e meno burocratiche, più attente alla soggettività di utenti e di operatori, più orientate al recupero del senso delle esperienze psicopatologiche, piuttosto che alla loro omologazione in sintomi e sindromi.L’idea, ad esempio, che all’interno dei Servizi anche una micro-équipe possa ritrovare il senso dell’agire terapeutico e riabilitativo fondato sulla psicopatologia e sulla consapevolezza delle dinamiche tra pazienti gravi e sistemi di cura, apre a declinazioni inedite, come quella dei gruppi fenomenologici.Sviluppando le nozioni di empatia, di attunement, di paticità, il tentativo di allargare l’orizzonte intersoggettivo dalla coppia clinico-paziente alla circolarità del “noi” gruppale, incarna la possibilità di uno scambio concreto sul piano dell’esperienza vissuta e non solo su quello della teoresi concettuale.Le lezioni frontali sono intercalate da vivaci e appassionate discussioni che rappresentano, forse, al di là dei contenuti specifici, la vera essenza di questi incontri residenziali che, da anni, consentono l’incontro tra psichiatri, psicologi e filosofi di varie generazioni e di diversa formazione, tutti coinvolti nel discorso intorno a quell’enigma difficile che è l’esperienza che l’uomo fa di sé, degli altri e del mondo, nella malattia come nella vita”
Sede del corso
Palazzo Pretorio – Piazza San Francesco – Figline Valdarno (FI)
Destinatari
Il corso, a numero chiuso, prevede un massimo di 50 partecipanti ed è rivolto a laureati in Medicina, Psicologia, Filosofia. L’iscrizione ai corsi potrà essere effettuata entro e non oltre il 29 Marzo 2013. Sono previsti crediti ECM.
Ulteriori informazioni su organizzazione corso, iscrizione,costi e modalità di pagamento, sul sito www.psicopatologiafenomenologica.it.

di Gabriele Nardi

La Psicoterapia Psicoanalitico Fenomenologica

“La psicoanalisi, al pari della fenomenologia,
ha certamente contribuito e contribuisce
ad una concezione moderna della soggettività:
 l’una e l’altra si lasciano pensare insieme”.
F. Madioni, 2008

a cura di Gabriele Nardi

La Psicoterapia Psicoanalitico Fenomenologica fonda le proprie basi storico-scientifiche nell’incontro tra Fenomenologia e Psicoanalisi, su un versante, troviamo infatti la fenomenologia di Husserl e di Heidegger e le applicazioni del loro contributo in ambito psicopatologico: dalla fenomenologia soggettiva di Karl Jaspers, alla Daseinsanalyse di Ludwig Binswanger, alla fenomenologia strutturale di Eugene Minkowski e Emil von Gebsattel; sull’altro versante, la psicoanalisi freudiana interpretata in senso ermeneutico, in particolare attraverso il contributo di Gaetano Benedetti.
Il rapporto tra psicoanalisi e fenomenologia ha una significativa origine storica nella figura del filosofo e psicologo tedesco Franz Brentano che ebbe come allievi sia Freud che Husserl; in questo senso Brentano è da considerarsi a buon diritto come un precursore della fenomenologia di Husserl e della psicoanalisi dello stesso Freud.
Psicoanalisi e Fenomenologia non solo si lasciano pensare insieme, ma il loro fertile incontro aggiunge profondità alla comprensione clinica e fa da premessa alla creazione di un’alternativa scientifica alla Psicopatologia e alla Psicoterapia tradizionali.
In questa prospettiva il fenomeno “sofferenza psichica” viene compreso in una dimensione antropologica e relazionale come esperienza umana dotata di senso, con una sua fondazione e una sua articolazione di significato.
Sul piano psicoterapeutico, Psicoanalisi post-freudiana e Fenomenologia condividono la scelta, nel comune rifiuto di una visone naturalista, di rivolgersi al vissuto del soggetto – non al comportamento – e di dare rilievo all’incontro umano, all’esser-ci in un’accezione strettamente dialogica e intersoggettiva. La relazione che si sviluppa è pertanto una situazione di co-presenza, quello spazio-tempo dell’incontro dove la presenza dell’uno e dell’altro non è mai indifferente, e si configura e si realizza all’interno della dimensione dialogica dell’incontro. L’intento antiriduzionista sta nel tentativo di cogliere e descrivere gli eventi psicopatologici nel loro darsi immediato, nell’incessante divenire dei vissuti.
Le metodologie di intervento si basano sull’impiego della narrazione, dell’ascolto, del silenzio, dell’intuizione, dell’empatia (Einfuhlung), dell’interpretazione interattiva, e comportano la centralità della nozione di intenzionalità e la messa in campo dei significati (piuttosto che dei sintomi) e conducono a una metodologia ermeneutica che deve essere intesa come partecipazione dialogica all’esperienza dell’altro, come comprensione ermeneutica, che può essere identificata con il Verstehen jaspersiano e condivisione di uno spazio-tempo che si rinnova di volta in volta ad ogni nuovo incontro. Il fattore terapeutico fondamentale risiede nella possibilità di un riconoscimento reciproco nella relazione, un riconoscimento che è sempre attuale e irripetibile e ciò implica una diversa accezione della teoria, che non può essere data una volta per tutte, ma si costruisce e si modifica nell’incontro dialettico con l’esperienza clinica.
L’esercizio del metodo fenomenologico agisce come interrogazione e chiarificazione delle scelte epistemologiche e delle tecniche adottate e come sostegno rigoroso alla creazione di nuove modalità di conoscenza; la psicoanalisi, d’altro canto, sostanzia le direttrici fenomenologiche con le ipotesi teoriche e l’esperienza derivate dalla sua tradizione di “cura” psicologica.
In Italia queste linee di ricerca e di intervento possono essere ben rappresentate dalla scuola di Gaetano Benedetti e Salomon Resnik e dall’opera di Ferdinando Barison, Eugenio Borgna, Bruno Callieri, Lorenzo Calvi e Danilo Cargnello.

Tratto da www.istitutoaretusa.it

L’approccio “Fenomenologico”

“Allora che cosa è il tempo?
Se nessuno me lo domanda, lo so.
Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più”.
Le “Confessioni” Sant’Agostino

a cura di Gabriele Nardi

La Fenomenologia disciplina fondata da Edmund Husserl (1859-1938) è un approccio alla filosofia che privilegia l’osservazione dei fenomeni così come appaiono, un metodo analitico che tematizza un singolare campo di esperienza, quello dei vissuti. Fenomeno (phainòmenon) in greco era ciò che appariva direttamente ai sensi, è il ritorno alle cose, alle cose nella loro evidenza, alle cose nella loro essenza. Per realizzare ciò bisogna che avvenga la sospensione del giudizio (epochè), liberarsi dalle credenze comuni di ciò che già sappiamo, quindi del “pre-giudizio”. La conoscenza del mondo avviene in atteggiamento soggettivo; sospendendo i giudizi sulla realtà del mondo, il mondo diventa un insieme di fenomeni che si danno alla mia coscienza. Si tratta di un atteggiamento che mira a sospendere il giudizio sulle cose, in modo da permettere ai fenomeni che giungono alla coscienza di essere considerati senza alcuna visione preconcetta come se li si considerasse per la prima volta. La fenomenologia, scienza contemplativa, rigorosa ed  intuitiva ci mostra come la nostra esperienza del mondo sia tutt’altro che affidabile e scontata. In questo senso, ha una funzione critica in quanto è chiamata a stabilire preliminarmente la natura e i limiti dell’esperienza soggettiva del mondo in vista di una sua possibile oggettivazione. Effettivamente, la fenomenologia più che una teoria filosofica rappresenta un’attitudine filosofica, un certo modo di fare, di praticare la filosofia, e può rappresentare un certo modo di fare e di orientare il lavoro in psicoterapia¬. Si comprende, che cosa sia la fenomenologia, anzitutto ragionando fenomenologicamente, assumendo il suo punto di vista sulle cose e sul mondo; è un programma di ricerca che non fornisce modelli interpretativi, ma soprattutto “un invito a ricominciare da capo”. La fenomenologia per sua natura è una prassi conoscitiva in perpetua metamorfosi ed in continuo ricominciamento; non si qualifica per determinati riferimenti culturali ma si genera in chiunque ne incarni lo spirito, e sempre in modo imprevedibile ed originale. E’ questa la sua debolezza e la sua forza. Parafrasando la celebri parole sul tempo di Sant’Agostino potremmo affermare che la fenomenologia se la si fa e la si fa bene non si ha bisogno di sapere cosa è.