Archivio mensile:Ottobre 2020

“[…] Seduto alla turca su un cuscino, la spalla ben dritta (è una posizione comoda, ma anche il contrario di una prosternazione), le due
mani posate una sull’altra, gli occhi semichiusi… Né rifiuto né giudizio. Unità, semplicità, silenzio, accettazione… Prendere il tempo di respirare. Contentarsi, per una volta, di vivere. Abitare, per quanto si può l’eterno presente, l’eterno divenire, l’eterna impermanenza. È un
primo passo che ne permetterà altri. Essere uno con il proprio corpo, ciò che si fa, con ciò che si sente o si prova: vivere, semplicemente,
al posto di apparire. Il corpo è un maestro migliore dei guru.
«L’attenzione assolutamente pura senza mescolanza e preghiere», scrive Simone Weil. La meditazione è una “preghiera” di questo tipo,
quindi praticamente il contrario delle preghiere tradizionali, quasi tutte mescolate a speranze e timori, piene di parole. Le preghiere, nel
senso ordinario del termine, si indirizzano a qualcuno che implorano o adorano. La meditazione, al contrario, non domanda nulla, non implora e non adora, e non si rivolge a nessuno: è silenzio e contemplazione. […]
(André Comte-Sponvìlle)

Venerdì 16 ottobre – Conferenza interattiva: “Dalla paura al Coraggio “

Venerdì 16 ottobre dalle 20 alle 22 conferenza interattiva: “Dalla paura al Coraggio “ condotto dal dott. Gabriele Nardi.
Un incontro, un appuntamento per dialogare e riflettere insieme sulle paure dei nostri giorni e sul coraggio che ci permette di affrontarle e superarle.
La conferenza si svolgerà su Zoom. Conferenza gratuita per i soci. Possibilità di iscriversi come soci anche via mail.
Informazioni e iscrizioni: psicoterapiaecrescitaumana@gmail.com

“[…] ogni qualvolta c’è un contatto, con un oggetto dei sensi, c’è una sensazione. Ad esempio, l’occhio incontra un’immagine e c’è ciò che viene visto, l’orecchio incontra un suono e c’è il sentire, e così a seguire accade per ciascuna delle porte dei
sensi, inclusa la mente, la mente incontra un pensiero e c’è il pensare.
Il contatto, cioè l’incontro tra la porta dei sensi e l’oggetto, porta con sé una sensazione, piacevole, spiacevole oppure neutra. Quando percepiamo la caratteristica specifica della
sensazione presente la nostra mente inizia a produrre pensieri su
di essa, su questi pensieri, attraverso la proliferazione mentale,
ne costruiamo altri e infine, indugiando nel rimuginare facciamo
sì che partendo dallo stato della nostra mente proiettiamo la
nostra percezione sul mondo esteriore. […] .
Abbiamo visto che laddove c’è il contatto, c’è il tono della sensazione: piacevole, spiacevole o neutro. Il tono della sensazione è la condizione per il sorgere del
desiderio. Intendiamo qui il termine “desiderio” nel suo senso ampio, che include anche il desiderio come pre-condizione per il sorgere dell’avversione, come quando pensiamo:
“Questa cosa non dovrebbe essere così, dovrebbe scomparire
non dovrebbe essere successa…”. Ma anche desiderio come condizione per l’identificazione, l’attaccamento, l’aggrapparsi a qualcosa, come quando pensiamo: “Che bella questa cosa, dovrebbe non finire mai, dovrebbe anzi diventare ancora più
bella e piacevole!”. L’aggrapparsi a qualcosa è la condizione per il divenire: il divenire è l’immagine, l’opinione, l’idea chi siamo in questo momento. Ad esempio: “Oh come
sono triste, sono senza speranza…” “Sono stato davvero spettacolare!”. In questo modo ci lasciamo definire da ciò con cui ci identifichiamo: se mi identifico col corpo sarò solo
malato, o sano, giovane, oppure vecchio. Se ci identifichiamo con la tristezza ci definiremo delle persone tristi, se con l’ansia saremo persone molto ansiose, se con la disistima ci percepiremo come senza speranza.
Buddha ha quindi compreso, e chiaramente definito, che il mondo che noi dipingiamo sorge dal contatto e che con la cessazione del contatto c’è la cessazione di quel mondo.
Ha compreso che il folle insegue continuamente il contatto, mentre il saggio cerca di comprenderlo. Il mondo che cessa non è ovviamente il mondo delle condizioni, quelle ci
saranno sempre, il mondo che cessa è il mondo delle costruzioni, delle formazioni mentali […].”
(CHRISTINA FELDMAN, in Sati – Pubblicazione dell’Associazione Ameco di Roma – Gennaio-aprile 2020)