Archivio mensile:Aprile 2020

“Libero è colui che è più in là dei paio di opposti.
Libero è colui che è più in là di ogni credenza.
Libero è colui che è più in là di ogni fanatismo politico, religioso o di ogni indole.
Libero è colui che accetta la diversità della vita.
Libero è colui che sa perdonare tutto.
Libero è colui che ama indiscriminatamente.
Libero è colui che è al servizio della vita.
Libero è colui che trova la bellezza ovunque.
Libero è colui che vede il bene dietro ogni cosa.
Libero.
Libero è colui che Ama più in là della forma.
Libero e colui che conosce se stesso.

Con amore profondo vi auguro liberazione da ogni limitazione a tutti… “
(Raul Micieli – Metafisica Italica)

Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare: dell’interruzione, un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro.
(Fernando Sabino)

“[…] Molti anni fa venni invitato a insegnare meditazione nella scuola cattolica di mio figlio. Nel corso della giornata avrei dovuto intervenire in numerose classi di terza media durante l’ora di religione. Quando arrivò la prima classe chiesi agli allievi di sedersi al proprio posto, chiudere gli occhi e portare l’attenzione sul respiro. Proseguì impartendo istruzioni meditative piuttosto tradizionali. Fu un mezzo fallimento. Alla fine della lezione non ci fu una sola domanda o commento. Capì che con la classe successiva avrei dovuto trovare un approccio diverso e più coinvolgente. Proposi loro di cominciare sistemando i banchi a coppie, se possibile mettendosi accanto un compagno di loro gradimento. Poi cominciai a introdurre le nuove istruzioni di meditazione: “Oggi vorrei insegnarmi come si fa baciare davvero bene.“ Gli abitualmente apatici allievi di terza media alzarono la testa e spalancarono gli occhi. In fondo all’aula l’insegnante sembrava un po’ allarmato e si schiarì la gola per attirare la mia attenzione. Continuai: “quando baciate qualcuno volete essere presenti all’esperienza. Non volete che l’altra persona guardi fuori dalla finestra. Non volete che controlli i messaggi sul telefonino. Il bacio è un atto intimo. Nei momenti migliori, impegna ogni vostro senso. Volete poter vedere, udire, odorare, gustare e toccare in modi che siano intensi, freschi e vivi. Idealmente volete sentire pienamente il cuore e così osservare la mente con curiosità. È difficile che riusciate ad aprirvi a questa esperienza se non avete coltivato l’abitudine all’attenzione. Dobbiamo imparare a baciare l’attimo.“ Come avrete immaginato l’interesse degli studenti per la meditazione aumentò notevolmente. Ora, con un’intenzione ispirata, erano genuinamente motivati a impegnarsi nella pratica. Nella scuola si diffuse rapidamente la voce che gli allievi di terza non dovevano prendere la lezione di religione tenuta da un insegnante ospite piuttosto singolare. La consapevolezza è una capacità della mente di acquietarsi, raccogliersi e prestare attenzione a un dato oggetto. La meditazione è un modo di coltivare tale capacità. È molto simile ad andare in palestra per mantenere in forma il corpo o fare una doccia per mantenersi puliti. La meditazione di consapevolezza è una buona igiene mentale. […]”
(Tratto da “Bacia l’attimo”, di Frank Ostaseski, in SATI, settembre-dicembre 2018).

Venerdì 10 aprile – Intervento in diretta sulla nostra pagina Facebook, sul tema: “In tempo di Coronavirus: come gestire il contagio emotivo”.

Venerdì 10 aprile – Intervento in diretta sulla nostra pagina Facebook, sul tema: “In tempo di Coronavirus: come gestire il contagio emotivo”.
Intervento a cura del Dott. Gabriele Nardi.
Orario: dalle 16 alle 17.
Riconoscimento e gestione delle emozioni prevalenti quali paura, ansia e rabbia e suggerimenti pratici per affrontare la nuova e ripensata quotidianità.
Durante la diretta, tramite i commenti, sarà possibile fare domande.

Anni fa ho avuto dei problemi posturali che mi avevano portato a sentire dolore alle ginocchia ogni volta che facevo trekking, nonostante indossassi i tutori . Ogni volta che camminavo e sentivo dolore chiedevo a mio marito se anche lui sentisse male alle ginocchia e ogni volta che lui mi rispondeva no mi stupivo…per me era talmente la norma sentire quel dolore che mi sembrava impossibile che potesse esserci una esperienza diversa, inoltre questo mi permetteva di coltivare l’idea che il dolore dipendesse dalla camminata e non dai miei problemi posturali. Un giorno decisi che non sarei arrivata a cinquant’anni non potendo più andare in montagna perché sentivo troppo male e iniziai una lunga rieducazione posturale che mi portò ad arrivare in cima ad un vulcano a Bali stanca ma senza dolore.
La paura e lo stato di allarme per qualcuno possono essere così, una esperienza talmente abituale che sembra impossibile si possa vivere diversamente. Inoltre in questo periodo possiamo coltivare l’idea che siamo in allarme costante perché siamo in uno stato di emergenza sanitaria.
Come ho già scritto precedentemente a meno che noi non stiamo lavorando in prima linea nei reparti Covid 19 dedicati o in aree a rischio il nostro stato di allarme nasce dalle paure che avevamo anche prima e che in questo stato di restrizione e isolamento forzato riemergono a gran voce, come il mio dolore alle ginocchia: il problema posturale c’era anche quando non facevo trekking , solo era meno doloroso.
Cosa vuol dire questo ? Che abbiamo in ogni momento la possibilità di scegliere come vogliamo relazionarci con quello che stiamo vivendo. Avere paura è umano, ma vivere in uno stato costante di paura non lo è, nemmeno in questo periodo di emergenza sanitaria. Forse ti sei abituato a vivere così e non credi che esista un altro modo di stare al mondo, forse pensi che chi non vive in allarme come te è perché non si rende conto del problema, forse credi che tutti dovrebbero essere impauriti come te. Se ti riconosci in questo forse sei tu che ti sei abituato/a a vivere in allarme e ti sei diomenticata/o di come stavi quando non lo eri. Allora puoi fermarti proprio ora, portare l’attenzione a questo momento sul tuo respiro, osservarlo senza giudicarlo e richiamare alla memoria un momento in cui non eri in allarme o spaventata/o, ripercorrilo nella tua mente nei dettagli, dove ti trovavi, cosa stava accadendo e come ti sentivi, quali sensazioni provavi, quali emozioni e pensieri c’erano; e poi ascolta cosa accade al tuo corpo proprio ora se ripensi a quel momento. E domandati : come voglio vivere? In allarme o in presenza? E se scegli la seconda opzione inizia a fare tutto ciò che ti aiuta e ti aiuterà a ritornare in pieno vigile nella tua vita, partecipe , creativa/o. Medita, fai yoga, crea , fai qualunque cosa di aiuti a stare bene ed avere cura di te , fino a quando potrai tornare a a vivere e non solo sopravvivere . Per farlo hai bisogno di comprendere come prima cosa che lo stato di allarme in cui vivi è la tua reazione a ciò che sta accadendo, e poi decidere se vuoi dare una risposta diversa . Non usare queste indicazioni per giudicarti ma come una mappa per orientarti in questo momento di difficoltà e trovare una direzione utile per te, perché non esiste un modo giusto e uno sbagliato, esistono modi.
Massimiliana Molinari.

APPUNTAMENTI CON LA MEDITAZIONE IN DIRETTA – OGNI GIORNO ALLE 8.30 E ALLE 18

APPUNTAMENTI CON LA MEDITAZIONE IN DIRETTA:
OGNI GIORNO ALLE 8.30 E ALLE 18.
Abbiamo scelto di dare il nostro contributo in questo momento di cambiamento importante, difficile , intenso, facendo le meditazioni in diretta due volte al giorno, in modo da dare una regolarità per la pratica a chi ha desiderio di farla, coltivarla. Questo momento può essere vissuto anche come una opportunità di portare la nostra consapevolezza nel momento presente, andando oltre alle immagini che ci siamo costruiti di noi stessi/e e del mondo , che come tali sono transitorie e in momenti come questi possono crollare da un giorno all’altro, lasciandoci un senso di smarrimento, di paura, ansia….questo è il momento in cui possiamo allora trovare un senso di connessione profonda con ciò che siamo, proprio quando tutto crolla e ciò che rimane siamo noi.
Ci vediamo in diretta.
Meditazione in diretta dalla pagina Facebook del Centro Studi di Psicoterapia e Crescita Umana
Meditazione visibile a tutti.

“In questo giorni sto leggendo sotto post che commenti negativi, distruttivi, che evidenziano il peggio e fanno pronostici infausti, giudicando in modo cinico il messaggio positivo del post.
Molti pensano che la paura si manifesti nelle persone con tremore nel corpo, tachicardia, stato di allarme diffuso, ed è così nel momento del pericolo reale. Ma in situazioni in cui non c’è un pericolo nel momento ma la minaccia di un possibile pericolo la paura si trasforma in uno stato di tensione , difficile da sostenere a lungo perché da disagio. Alcune persone utilizzano dei meccanismi di difesa per non sentire questo malessere, dall’utilizzo di sostanze come cibo, sigarette, alcol, droghe per “distrarsi” dal disagio, altre attivano una modalità di pensiero “rimuginio” con pensieri distruttivi e negativi, a volte rivolti al futuro, a se stessi e agli altri; qualcuno sente il bisogno di criticare e attaccare quello che c’è fuori, perché così attiva uno stato simpaticotonico che giustifica lo stato di tensione e in parte sembra sfogarlo. Quando neghiamo la tensione e la paura interna, non ce ne prendiamo cura, allora tutto ciò che all’esterno volge al positivo non da piacere e coraggio, anzi va annientato perché così ci sentiamo dentro, forse così possiamo sentirci meno impotenti, oppure sentirci meno soli nello stare male, senza volerlo portare alla consapevolezza.
Allora cosa fare?
Se ti riconosci in quello che ho scritto, fermati. Fai pausa. Osserva dove senti la tensione, come si manifesta. Lascia andare il giudizio sul giusto e lo sbagliato. Siamo umani , vulnerabili e possiamo avere paura. Poi domandati :”come posso prendermi cura di me in questo momento?”. Spesso aiuta confrontarsi con qualcuno, parlare di come stiamo con una persona cara, o anche uno specialista ( ci sono numeri per consulti gratuiti in questo momento di emergenza , li trovate anche nei miei post precedenti), fai pratiche che ti aiutino a lasciar andare la tensione, come yoga, meditazione, dipingi, crea e qualunque altra cosa ti aiuti a stare nel momento presente in modo rilassato e non nella tensione del possibile pericolo in arrivo.
In un suo libro Jon Kabat Zinn scrive ” non puoi fermare le onde ma puoi imparare a fare surf”, e io aggiungo non lasciare che la paura ti faccia dimenticare la bellezza che sei.”
(Massimiliano Molinari)