Archivio mensile:Gennaio 2014

Restare in silenzio (Pablo Neruda)

Ora conteremo fino a dodici
e tutti ci fermeremo.

Per una volta sulla faccia della terra,
non parliamo alcuna lingua;
fermiamoci per un secondo
e smettiamo di gesticolare tanto.

Sarebbe un momento esotico,
senza fretta, senza motori;
ci troveremmo tutti insieme
in un`improvvisa stranezza.

I pescatori nel freddo mare
non farebbero del male alle balene
e l`uomo che raccoglie sale
si guarderebbe le mani ferite.

Quelli che preparano guerre verdi,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero abiti puliti

e camminerebbero con i loro fratelli
all`ombra, senza far nulla.

Quello che voglio non va confuso
con l`inerzia totale.
E` della vita che si tratta;
non faccio patti con la morte.

Se non fossimo ossessionati
dal tenere la vita in movimento,
e una volta tanto potessimo non far nulla,
forse un immenso silenzio
interromperebbe questa tristezza
di non capirci mai
e di minacciarci di morte a vicenda.
Forse la terra ce lo può insegnare,
come quando tutto sembra morto
e poi si dimostra vivo.

Ora conterò fino a dodici
e voi starete in silenzio e io me ne andrò.

Merito e Valore

Riflessione su Merito e Valore
Se osserviamo noi stessi dal punto di vista della nostra personalità, siamo portati a ricercare merito e valore, per esempio costruendoci dei modelli a cui aderire oppure aderendo a modelli esterni. Ma se spostiamo la nostra identificazione nella nostra vera natura, in psicosintesi il Sè, per altri autori l’Essenza, l’esperienza è di essere valore e merito, noi siamo profondamente valore e merito, fa parte della nostra natura. Da questo piano di esperienza non esiste quindi perdere il valore o non meritarsi; in realtà quello che sperimentiamo nella nostra vita quotidiana come mancanza di valore o merito è una perdita di contatto con la nostra natura essenziale. E’ a causa dei nostri condizionamenti, le “storie” attraverso cui ci raccontiamo, che siamo portati a credere che sia ciò che facciamo, come lo facciamo e come siamo a darci valore, ma dal punto di vista della realtà di chi siamo noi siamo già valore, il valore che riempie ogni esperienza attraverso la sua presenza. Quando si percepisce la mancanza di valore o di merito spesso siamo portati a intraprendere azioni, cercare obiettivi e risulati che identifichiamo con il valore; niente di più fuorviante. Quando percepiamo mancanza di valore o merito la strada da intraprendere è fermarsi, indagare all’interno, alla ricerca del contatto con chi siamo realmente.
M.M.

Metta Sutta (Discorso sulla benevolenza universale)

Questo dovrebbe fare
chi pratica il bene
e conosce il sentiero della pace:
essere abile e retto,
chiaro nel parlare,
gentile e non vanitoso,
contento e facilmente appagato;
non oppresso da impegni e di modi frugali,
calmo e discreto, non altero o esigente;
incapace di fare
ciò che il saggio poi disapprova

Che tutti gli esseri
vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
tutti, chiunque essi siano,
deboli o forti,
grandi o possenti,
alti, medi o bassi,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati.
Che tutti gli esseri vivano felici!

Che nessuno inganni l’altro
né lo disprezzi
né con odio o ira
desideri il suo male:
Come una madre
protegge con la sua vita
suo figlio, il suo unico figlio
così, con cuore aperto,
si abbia cura di ogni essere,
irradiando amore
sull’universo intero
irradiando amore
sull’universo intero;
in alto verso il cielo
in basso verso gli abissi,
in ogni luogo, senza limitazioni,
liberi da odio e rancore.

Fermi o camminando,
seduti o distesi,
esenti da torpore,
sostenendo la pratica di Metta;
questa è la sublime dimora,

Il puro di cuore,
non legato ad opinioni,
dotato di chiara visione,
liberato da brame sensuali,
non tornerà a nascere in questo mondo.

(Dal Sutta-Nipata, ‘Gruppo di discorsi, 1.8)

Preghiere d’offerta del cibo

Al prezioso Buddha, guida impareggiabile,
al prezioso Dharma, rifugio impareggiabile,
al prezioso Sangha, liberatori impareggiabili:
offriamo ai tre gioielli del rifugio
questo cibo dalle centinaia di sapori,
appetitoso e ben preparato,
al Conquistatore ed ai suoi figli offriamo con fede.
Per via di questo possano tutti i migratori
avere ricchezze,
e gioire del cibo della concentrazione.
Vedendo questo cibo come se fosse una medicina,
lo assumano senza attaccamento né avversione,
non per ingrassare, non per orgoglio,
non per sembrare più in forma,
ma solo per sostenere il corpo.

OM AH HUNG

“Come posso raggiungere la libertà?” (racconto Zen)

Un uomo si reca dal suo maestro, e chiede: “Come posso raggiungere la libertà?”.
E il maestro risponde: “Impara a conoscere il vero Sè”.
L’uomo dice: “Insegnamelo”.
Ma il maestro non replica.
Allora l’uomo ripete: “Signore , insegnami il vero Sè”.
E il maestro continua a rimanere seduto in silenzio, senza muoversi.
L’uomo chiede per la terza volta: “Insegnami il vero Sè”.
A questo punto, il maestro dice. “Io te lo sto insegnando, ma tu non vuoi capire. Il silenzio è questo Sè”.
(Trevor Leggett – “Il Vecchio Maestro Zen”)

Intenzione del mattino

Che in virtù della fiducia nella pratica io possa conoscere gli ostacoli che metto, in modo più o meno cosciente, alla liberazione della mente-cuore. Che io possa essere pronto a riconoscere la mia confusione, la mia paura e la facilità a credere tutto ciò che la mia mente dice. Che io possa rivolgermi a questi ostacoli e trasformarli in occazione di consapevolezza, di gentilezza amorevole e di compassione“.
(Corrado Pensa, Neva Papachristou)